quasi un prolungamento ideale del post sulle parole …queste righe di Etty Hillesum - nata nel 1914 in Olanda da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, Etty Hillesum muore ad Auschwitz nel novembre del 1943
So che nulla cambierà. Non certo perché ho scritto queste righe in una mattina grigia e triste.. Ma niente mi impedisce di dire quello che mi preme nel cuore. La parola, a volte, si fa urgente, si fa spazio nella mia mente. E come il pittore prende il pennello, io impugno la penna. La voglio vedere scorrere sul foglio, quasi inconsapevole di quello che sta dicendo. La parola che viene dal cuore. Nulla a che vedere con la parola che viene dalla ragione La ragione dice: taci, non serve. Il cuore dice: prova, non si sa mai. E continui a scrivere.. Parole buone contro parole cattive. Parole che cuciono ferite, parole che le aprono. Parole che offendono, parole che incoraggiano. Parole vere, parole false. Parole che si seppelliscono dentro altre parole. Parole-fiore, parole-arma. Parole per sopraffare, parole che ascoltano. Parole che mettono in campo pregiudizi, parole che vogliono comprendere. Parole che danno giudizi, parole che aprono al dialogo. Ma più di tutte amo le parole che si rispecchiano nel silenzio e nel silenzio prendono forma. (etty hillesum)
“Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un grande silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo” (..) “Se mai scriverò mi piacerebbe dipingere poche parole su uno sfondo muto. E sarà più difficile rappresentare e dare un’anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio – il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme”. (etty hillesum)
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