Eri nello spazio impensato perché scontato.
Eri e Sei - forse ora ho capito- fra le parole che ho tanto usato e osato;
sempre ci sei stato, eri lì,
ci sei ancora e voglio decifrarti,
stanarti usando sì le parole ma in modo
diverso e in diverso modo la follia,
il mestiere con cui la parola
mi diventa grafia, mania, modo,
vuoto suono od effetto.
Solo quello so fare, solo lì
c'è speranza che Tu adesso compaia, perfetto,
se vuoi in rima, rimando con te stesso,
in un metro o in un altro. Tu
puoi innalzare al cielo qualunque prosodia;
purché Tu appaia, le fruste parole si fanno Parola, e col mio io
sepolto finalmente parlerai,
che mai è stato quel che era forse destinato
ad essere, un io mancato, strangolato.
Parlami a perdifiato. Ti cedo
ogni suono o silenzio; e già ti vedo
emergere da quella pila di parole
inutilmente sparse nel cassetto,
cancellarne rime e rumore,
facendone linguaggio perfetto.
Cancella anche me, cambiami, conducimi,
ritraducimi, parla Tu per sempre Signore.
domenica 12 aprile 2009
a Dio…………………………..vittorio gassman
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Cara Lore,
RispondiEliminache bella questa poesia!
Non immaginavo che fosse stato anche poeta....
un bacio :-)
l'ho scoperto anche io con estremo piacere...un poeta con una grande spiritualità
RispondiEliminakissssss