a torino si apre il salone del libro …e mi è venuto in mente un libro di un autore ceko - bohumil hrabal – “una solitudine troppo rumorosa” -
E’ un libro strano.. difficile.. poetico.. incoerente.. onirico.. autobiografico.. evocativo..una narrazione ricca di simboli dove realtà e fantasia si mischiano..e che contiene un incomparabile elogio della lettura..
Hanta, il protagonista, da più di 30 anni pressa carta vecchia,con un metodo non privo di fantasia, beve birra e, ogni tanto, salva qualche libro dal macero, lo porta a casa; ormai i volumi occupano ogni spazio..ogni anfratto vitale..gli incombono sulla testa persino nel gabinetto..
[…]"Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti, e così in questi trentacinque anni mi sono connesso con me stesso e col mondo intorno a me, perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiarsi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari. "
[…] Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so. […]
un mondo vecchio è finito e ne avanza uno nuovo, igienista e frettoloso, impersonale e indifferente, monocorde e forte. Il mondo nuovo percepisce i libri come semplice carta straccia. Il lavoro, amorevole e artigianale del protagonista è destinato a trasformarsi in freddo, inesorabile, efficiente, insensibile e disumano lavoro industriale..e il protagonista del libro ne farà le spese….
Hrabal ha messo molte cose in questo breve libro. Ci sono Praga, gli umori e gli odori, le osterie, i tipi originali, le avanguardie, la vita. C'è anche un sentore di disfacimento, di putredine, di claustrofobica oppressione, che sembra presagire lo sgretolamento di un regime. Ma c'è, soprattutto, l'omaggio ai bibliofili, agli innamorati dei libri, smarriti fra le pagine scritte, fino a mescolare la realtà esterna con i propri pensieri, fino a perdere quell'efficienza mondana meccanica e insensibile.
(parte della recensione proviene da iwww.nterruzioni.com)
Bohumil Hrabal , Una solitudine troppo rumorosa, Einaudi