giovedì 29 aprile 2010

le ranocchie augurano il buongiorno

RANOCCHIE

Due rane cascano in un secchio di latte. Una rana é pessimista e dice: "Non ho nessuna possibilità di sopravvivere, meglio morire subito che soffrire a lungo e inutilmente". Così smette di nuotare e annega. La seconda rana é ottimista e dice: "In fondo la situazione non é così male: c'é latte in abbondanza e non morirò certo di fame!  E così, tutta contenta, inizia a cantare e a ballare. Balla e canta.

Dopo mezz'ora, nel secchio del latte si forma il burro e la rana ottimista si salva.
(
da: Ridere per vivere - B. Bokun - Ed. Mondadori)

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C’era una volta una gara di ranocchi che dovevano raggiungere la cima di una collina. Si radunò molta gente per vedere e a fare il tifo.
La gente nel guardarle arrancare commentava: ” Che pena!  non ce la faranno mai!”
Le rane poco alla volta cominciarono a desistere, tranne un ranocchio che continuava a cercare di raggiungere la cima.
La gente continuava: “ Che pena! non ce la faranno mai!”
Alla fine tutti desistettero tranne il ranocchio che da solo con grandi sforzi raggiunse alla fine la cima.
Tutti gli chiesero come avesse fatto a vincere, ma non rispose…

il ranocchio era sordo!

… morale della favola: non ascoltiamo le persone che hanno la pessima abitudine di essere negative e cerchiamo di essere sempre positivi e sordi quando gli altri ci dicono che non possiamo realizzare i nostri sogni!

mercoledì 28 aprile 2010

una solitudine troppo rumorosa – bohumil hrabal

una solitudine troppo rumorosa

a torino si apre il salone del libro …e mi è venuto in mente un libro di un autore ceko - bohumil hrabal – “una solitudine troppo rumorosa” - 

E’ un libro strano.. difficile.. poetico.. incoerente.. onirico.. autobiografico.. evocativo..una narrazione ricca di simboli dove realtà e fantasia si mischiano..e che contiene un incomparabile elogio della lettura..

Hanta, il protagonista, da più di 30 anni pressa carta vecchia,con un metodo non privo di fantasia, beve birra e, ogni tanto, salva qualche libro dal macero, lo porta a casa; ormai i volumi occupano ogni spazio..ogni anfratto vitale..gli incombono sulla testa persino nel gabinetto..

[…]"Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti, e così in questi trentacinque anni mi sono connesso con me stesso e col mondo intorno a me, perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiarsi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari. "

[…] Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so. […]

un mondo vecchio è finito e ne avanza uno nuovo, igienista e frettoloso, impersonale e indifferente, monocorde e forte. Il mondo nuovo percepisce i libri come semplice carta straccia. Il lavoro, amorevole e artigianale del protagonista è destinato a trasformarsi in freddo, inesorabile, efficiente, insensibile e disumano lavoro industriale..e il protagonista del libro ne farà le spese….

Hrabal ha messo molte cose in questo breve libro. Ci sono Praga, gli umori e gli odori, le osterie, i tipi originali, le avanguardie, la vita. C'è anche un sentore di disfacimento, di putredine, di claustrofobica oppressione, che sembra presagire lo sgretolamento di un regime. Ma c'è, soprattutto, l'omaggio ai bibliofili, agli innamorati dei libri, smarriti fra le pagine scritte, fino a mescolare la realtà esterna con i propri pensieri, fino a perdere quell'efficienza mondana meccanica e insensibile.
(parte della recensione proviene da iwww.nterruzioni.com)

Bohumil Hrabal , Una solitudine troppo rumorosa,  Einaudi

martedì 27 aprile 2010

ho riaperto la cassapanca

ho riaperto la cassapanca..quella che c’è in un angolo di casa…quella piena di “me”…..
mi è capitata tra le mani la pagina di un giornale di tantissimi anni fa…
un articolo…due fotografie..quella di Katia – futura fidanzata di mio fratello…e quella di Gigi – amico fraterno di mio fratello..

vi racconto…

per continuare a leggere

http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2010/04/ho-riaperto-la-cassapanca.html

piove…..

non è ancora giorno…non è più notte…e piove

vindanti sotto la pioggia_tonino cardenuto_thumb[1] viandanti sotto la pioggia – tonino cardenuto

piove sul giusto e piove anche sull’ingiusto..
ma sul giusto di più..
perchè l’ingiusto gli ha rubato l’ombrello!!!
(john bowen)

domenica 25 aprile 2010

25 aprile…..la liberazione

mi piace ricordare il 25 aprile 1945 in modo inconsueto…
nessuno scritto..
ma una litografia di aligi sassu

LITOGRAFIA

la liberazione: 25 aprile – aligi sassu

Su un fondo variegato di blu, due figure femminili colorate di rosa, sulla sinistra in primo piano, sono protese in avanti col pugno sinistro levato, dietro un cavallo con la criniera al vento. In alto, al di sopra di questo gruppo, tre bianche colombe si librano in volo con le ali spiegate.

E' noto l'impegno politico giovanile di Aligi Sassu contro la dittatura fascista. Arrestato nel 1937 insieme ad altri artisti suoi compagni, Franchina, Grosso, Joppolo, Migneco e Birolli, per sovversione contro lo stato, fu condannato a dieci anni di reclusione, ma il 27 luglio del 1938 ottenne la grazia dal re su richiesta di suo padre Antonio. Negli anni seguenti, benché concentrato sul proprio lavoro artistico, la passione politico-civile di Sassu non venne mai meno, come dimostra anche questa litografia del '75, incentrata sul tema della pace allora minacciata dalle tensioni della guerra fredda e dal pericolo di un devastante conflitto atomico.
La litografia fu eseguita per conto dei 347 Comuni della Provincia di Como, ognuno dei quali ne ricevette una copia, il che spiega l'alto numero della sua tiratura. Questo esemplare appartiene al gruppo delle prove d'artista stampate al di fuori di tale tiratura.
Ci troviamo di fronte a una rappresentazione allegorica dello spirito del 25 aprile 1945 e della Liberazione, quando la caduta del fascismo accendeva le speranze di pace e le aspirazioni di libertà di milioni di italiani appena usciti dalla tragedia della guerra. Le colombe bianche della pace emergono da un fondo blu cupo. Il cavallo, uno soggetti preferiti da Sassu, simbolo di libertà e di vita, ne accompagna il corso, mentre le due donne, in primo piano con il braccio proteso in avanti, impersonano la speranza, come sottolinea il rosa delle loro figure. Un mosso e trascinante corteo di vittoria e di pace, insomma, dove il colore ha valenza simbolica. Il tema della vita, della pace e della speranza è del resto ulteriormente evidenziato dal vorticoso moto diagonale ascendente dell'intera composizione.

e una versione particolare di “fischia il vento”
suonata da giorgio gaslini

una versione particolare di ..."fischia il vento" una celebre canzone popolare, il cui testo fu scritto nel settembre 1943, ovvero quando iniziò la resistenza, da Felice Cascione (2 maggio 1918 - 27 gennaio 1944) per incitare il movimento partigiano. La musica è quella della canzone russa Katyusha. Con Bella ciao, è una delle più famose canzoni che commemorano la resistenza.

 

al pianoforte giorgio gaslini



Fischia il vento, urla la bufera
scarpe rotte eppur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui dona il sospir
nella notte lo guidano le stelle
forte il cuore e il braccio nel colpir.
Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta sarà del partigian
ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile traditor.
Cessa il vento calma è la bufera
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi, alfin liberi siam.

sabato 24 aprile 2010

vivere…libero adattamento

alba

Non si può
essere scontenti di vivere
quando il sole colora il mattino
e il cuore si riempie
del profumo dell'aria…
o quando piove
e il cuore si riempie
del profumo della terra bagnata..
o quando il vento agita il mare
e il cuore si riempie
della sua musica sempre nuova..
Le finestre dell'anima si affacciano
sul mutare delle ore,
mentre entrano piano
le melodie dei giorni:
una parola per ogni minuto
a comporre un poema per le stagioni.
Bisogna cercare il coraggio
di guardare i ritratti
che la vita dipinge,
sguardi limpidi o spenti
scritte a vernice, indelebili,
sulle pareti del passato,
incognite ombre del futuro.
Io amo questa vita
che ha plasmato la mia figura,
e moltiplica i miei pensieri…e li raduna
per poi disperderli
in un pozzo infinito di ricordi.
E io..non più giovane..ormai..
sento comunque
le note suonate da ogni emozione:
note stonate….forse
ma note di un cuore ancora vivo

venerdì 23 aprile 2010

siembra…semina………….miguel otero silva

274291092_7f8d321821 SIEMBRA

Cuando de mí no quede sino un árbol,
cuando mis huesos se hayan esparcido
bajo la tierra madre;
cuando de tí no quede sino una rosa blanca
que se nutrió de aquello que tú fuiste
y haya zarpado ya con mil brisas distintas
el aliento del beso que hoy bebemos;
cuando ya nuestros nombres
sean sonidos sin eco
dormidos en la sombra de un olvido insondable;
tú seguirás viviendo en la belleza de la rosa,
como yo en el follaje del árbol
y nuestro amor en el murmullo de la risa.
¡Escúchame!
Yo aspiro a que vivamos
en las vibrantes voces de la mañana.
Yo quiero perdurar junto contigo
en la savia profunda de la humanidad:
en la risa del niño
en la paz de los hombres,
en el amor sin lágrimas.
Por eso,
como habremos de darnos a la rosa y al árbol,
a la tierra y al viento,
te pido que nos demos al futuro del mundo......

  Betty-Jansma-White-rose-I-27452

   SEMINA

Quando di me non rimarrà che un albero,
quando le mie ossa si saranno sparse
sotto la madre terra,
quando di te non rimarrà che una rosa bianca
che si è nutrita di ciò che tu fosti
e ha percepito con mille brezze diverse
il respiro del bacio che ci scambiamo oggi;
quando ormai i nostri nomi
saranno suoni senza eco
addormentati nell'ombra di un oblio impenetrabile;
tu continuerai a vivere nella bellezza della rosa
così come io tra il fogliame dell'albero
e il nostro amore nel sussurro delle risate.
Ascoltami!
Io desidero che viviamo
nelle vibranti voci del mattino.
Io voglio perdurare insieme a te
nella linfa profonda dell' umanità:
nella risata del bambino
nella pace degli uomini
nell'amore senza lacrime.
Per questo,
poichè dovremo concederci alla rosa e all'albero,
alla terra e al vento,
ti chiedo di concederci al futuro del mondo......

prima….dopo

paura_laurie meehan elmerfear – laurie meehan elmer

tendress_saul diaz 
tendress – saul  diaz

la più grande……

la più grande

giovedì 22 aprile 2010

l’indifferenza……………….maria luisa spaziani

mondo1

L’indifferenza è inferno senza fiamme.

Ricordalo scegliendo
fra mille tinte il tuo fatale grigio.

Se il mondo è senza senso,
tua è la vera colpa.

Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.

a proposito di uomini……..

 

clic

Senza titolo-1

mercoledì 21 aprile 2010

in fondo alla strada…..

se non riuscite ad aprire lo slide trascrivo il testo

clic

in fondo alla strada

una piccola casa..
là..in fondo alla strada..
un glicine in fiore..
una sedia davanti alla porta..

regnava la meraviglia
dei pomeriggi di sole
delle voci dei bimbi..
delle carezze sincere..

ora..
solo il silenzio degli affetti perduti
della malinconia..dei baci non dati...

una casa
là..in fondo alla strada..
una sedia davanti alla porta..
un rampicante

lunedì 19 aprile 2010

giorno normale permettimi……Mary Jean Irion

mujergn3_nowakowska mujergn3_nowakowska

 

"Giorno normale,
permettimi di assaporare il tesoro che nascondi. 
Fa' che io impari da te, ti ami, ti assapori, ti benedica prima che tu vada via. 
Fa' che non ti trascuri per la ricerca
di qualche raro e perfetto domani."

Mary Jean Irion

domenica 18 aprile 2010

io non ci sto….

vi ricordate il caso di quei bambini di Adro (BS) a cui è stato dato solo pane e acqua perchè i genitori non avevano pagato la mensa?
un cittadino di Adro..che ha voluto mantenere l’anonimato…ha pagato la mensa per tutti quei bimbi..anzi ..ha garantito la copertura per tutto il corrente anno scolastico..e ha scritto una lettera che riporto qui sotto …
a parte il fatto che ha votato formigoni….cosa che non condivido ma nessuno è perfetto..eheh….io credo sia davvero importante leggerla ..perchè se solo la metà delle cose che scrive venisse recepita ..non saremmo conciati come siamo 


IO NON CI STO

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità.
Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film "L’albero degli zoccoli". Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato soldi per vivere bene.
E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.

per continuare a leggere

http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2010/04/io-non-ci-sto.html

cioccolatoterapia 2……

E non finisce li'...

Continuiamo a giocare?

Cosa fate con la stagnola dopo aver consumato il cioccolatino?

1) Spiegazzare

2) Piegare

3) Appallottolare

4) Lisciare

5) Arrotolare

6) Attorcigliare

7) Scolpire

8) Niente stagnola

cioccolato-03

andate nei commenti per scoprire un po' della vostra personalita'

cioccolatoterapia 1….

Dimmi che cioccolato mangi e ti dirò chi sei. Che cioccolato vi piace? Fondente o al latte? Scegliete i cioccolatini nudi o quelli incartati? E quanto ai ripieni, li preferite duri o cremosi, e di che sapore? Dopo aver mangiato un cioccolatino, cosa fate con la stagnola: la arrotolate, la lisciate, ne ricavate piccoli origami? Queste preferenze possono rivelare insospettabili aspetti della vostra personalità. Probabilmente non avete mai pensato che la vostra attrazione per una forma, per un ripieno, e il modo in cui giocate con la stagnola, possono essere una spia del vostro io più segreto. In questo libro "senza precedenti" Murray Langham celebra il cioccolato, ne scopre le intriganti implicazioni, trasforma una scatola di cioccolatini in un divertente gioco di società, propone illuminanti interpretazioni psicologiche del nostro rapporto con il cibo degli dei, una metafora della vita.

[Murray Langham, Cioccolatoterapia, La nuova via ai segreti del vostro piu' intimo io, Salani Editore, Milano, 2001]

Giochiamo?
comprate una bella scatola di cioccolatini ripieni…(a me l’hanno regalata...ehehe) sedetevi comodi comodi e scegliete il primo cioccolatino che “vi ispira”

Di che forma e'?

1) Cerchio

2)  Ovale

3) Quadrato

4)  Rettangolo

5)  Spirale

6)  Triangolo

7)  Losanga

 

mangiatelo e andate nei commenti per scoprire un po' della vostra personalita'.

grazie ad azzurra


grazie ad azzurra.......grazie grazie

giovedì 15 aprile 2010

la cassapanca

c’è una vecchia cassapanca in un angolo di casa….
dentro…vecchi quaderni…quelli con la copertina nera e i fogli non patinati di quel bellissimo colore “bianco non bianco”.. 
vecchie fotografie…ritagli di giornali..vecchie ricette di famiglia…appunti…note a margine  di poesie o racconti…vecchie lettere…
tutte cose che  gelosamente conservate.. sono..in qualche modo le radici che danno un significato alla nostra esistenza..perchè avendole tra le mani ci si sente legati a chi è già stato e non c’è più..e forse perchè si spera che chi le “toccherà” dopo di noi  si sentirà legato a chi non ci sarà più..

per continuare a leggere

http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2010/04/la-cassapanca.html

martedì 13 aprile 2010

si ha paura……….herman hesse

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"Si ha paura di mille cose, dei dolori, dei giudizi, del proprio cuore, del risveglio, della solitudine, del freddo, della pazzia, della morte...specie di questa, della morte. Ma tutto ciò è maschera e travestimento. In realtà c'è una cosa sola della quale si ha paura: del lasciarsi cadere, del passo incerto, del breve passo sopra tutte le assicurazioni esistenti. E chi una volta sola si è donato, chi una volta sola si è affidato alla sorte, questi è libero.

Egli non obbedisce più alla legge terrena, è caduto  nello spazio universale e partecipa alla ridda delle stelle".   (H. Hesse)

l’ombra……………..giuseppe ungaretti

 

 

a man..a tree..a wall_rinaldo romani

mai

non saprete mai

come m'illumina

quell'ombra

che mi si pone accanto

timida

quando non spero più

lunedì 12 aprile 2010

la signora dei baci…vivien lamarque

ruben_toledo1

Una signora voleva tanto dargli dei baci
non dico tanti, anche solo sette otto (mila).
Invece era proibito perciò non glieli dava.
Se però non fosse stato proibito glieli avrebbe dati tutti
dal primo all'ultimo.
A cosa servono i baci se non si danno?

Vivien Lamarque

domenica 11 aprile 2010

c’era una volta

c’era una volta……

http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2010/04/cera-una-volta.html

Dio sussurrò……

12630953 Dio sussurrò alcune parole all'orecchio della rosa ed essa si aprì in un sorriso. Dio sussurrò alcune parole alla pietra ed esse divenne una gemma preziosa. Dio sussurrò alcune parole al sole ed esso si rivestì di luce e calore. Dio allora sussurrò all'orecchio dell'uomo. Cosa gli disse? AMORE. (mistico islamico)

... Ma l'uomo, sordo, non l'ascoltò ….

sabato 10 aprile 2010

capita sempre…..tony kospan

il grigio

capita sempre…
quando qualcosa finisce non si porta mai via tutto….
ogni partenza prevede un arrivo..una nuova possibilità..lascia una traccia, un colore, una scia da seguire..
basta aprire bene gli occhi e non sfuggirà..non si sa dove porterà..non si sa quali colori userà il cielo per dipingere il tramonto di domani..potrebbe anche piovere..ma il grigio non è altro che un colore fra tanti…per un sole che va c’è un tramonto che arriva..per una stella che cade..spegnendosi..c’è un’alba che sorge ed illumina..
per un amico che ci saluta c’è il suo ricordo che resta..perchè se tutto fosse stabile e fermo..non ci sarebbero colori per dipingere il cielo…nuovi amori in arrivo..spiagge prima vuote e poi piene di schizzi e di risate..non ci sarebbero l’autunno e poi l’inverno e la primavera..non ci sarebbe quella danza di arrivi e partenza…non ci sarebbe la vita

venerdì 9 aprile 2010

quella volta lì avevo 25 anni (epilogo)…..gaber - luporini

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Ora basta con la finzione.
Io ho cinquant’anni, siamo in pieno duemila e mi domando: questa piccola porzione di storia che abbiamo raccontato cosa ci lascia? E soprattutto, come ci lascia? E anch’io, come nuovo padre mi domando: che eredità stiamo lasciando ai nostri figli? Forse, in alcuni casi, un normale benessere. Ma non è questo il punto. Voglio dire c’è un’idea, un sentimento, una morale, una visione del mondo... No, tutto questo non lo vedo. Allora ci saranno senz’altro delle colpe. Si, il coro della tragedia greca: i figli devono espiare le colpe dei padri.
Siamo forse noi padri insensibili, autoritari, legislatori di stupide istituzioni? Credo di no. Allora, dove sono le nostre colpe? E’ che è troppo facile per noi essere pacifisti, antiautoritari e democratici. I nostri nonni avevano fatto la resistenza. Forse avremmo dovuto farla anche noi, la resistenza. È sempre tempo di resistenza, magari ad altre cose.
Allora, perché invece di esibire il nostro atteggiamento libertario non abbiamo dato uno sguardo all’avanzata dello sviluppo insensato? Perché invece di parlare di buoni e di cattivi non abbiamo alzato un muro contro la mano invisibile e spudorata del mercato? Perché avvertiamo l’appiattimento del consumo ma continuiamo a comprare motorini ai nostri figli? Perché non ci siamo mai ribellati alla violenza dell’oggetto? Perché non abbiamo mai preso in considerazione parole come... ESSENZIALITÀ?
Il mercato ci ringrazia. Gli abbiamo dato il nostro prezioso contributo.
E voi, si, voi come figli, voi venticinquenni di ora, non avete neanche una colpa? Dov’è il segno di una vita diversa? Forse sono io che non vedo, ma rispondetemi: dov’è la spinta verso qualcosa che sta per rinascere? Dov’è la vostra individuazione del nemico? Quale resistenza avete fatto contro il potere, contro le ideologie dominanti, contro la logica del consumo, contro il dilagare del superfluo? Il mercato ringrazia anche voi.
D’accordo, non posso essere io a lanciare ingiurie contro la vostra impotenza. C’ho da pensare alla mia. Però spiegatemi, perché vi abbandonate ad un’inerzia così silenziosa e passiva? Perché vi rassegnate a questa vita mediocre, senza l’ombra di un desiderio vero, di uno slancio, di una proposta qualsiasi? Vitale, rigorosa, qualcosa che possa esprimere almeno un rifiuto, un’indignazione, un dolore... Perché il dolore ti aiuta a crescere, il dolore è visibile, chiaro, localizzato
Ma quale dolore? Ormai non sappiamo neanche più cos’è... il dolore! Siamo caduti in una specie di noia, di depressione... certo, è il marchio dell’epoca... la malattia dell’epoca. E quando la depressione si insinua dentro di noi, tutto sembra privo di significato. senza sostanza, senza nulla, salvo questo nulla, non identificabile, che ci corrode.

cominciarono con gli zingari….bertold brecht

pensando a questa Italia sempre più razzista..xenofoba…omofoba.. sempre meno democratica…sempre più livellata verso il basso…caduta in un torpore preoccupante…in cui si continuano a sentire solo slogan che funzionano come messaggi subliminali a cui tanti..troppi…abboccano…mi sembrano di una attualità sconvolgente queste righe attribuite a Bertold Brecht

Prima di tutto vennero a prendere gli  zingari
e fui contento, perché
rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché
mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli
omosessuali,
e fui sollevato, perché
mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno
a protestare.

giovedì 8 aprile 2010

il piacere è giubilo e….Abbé Pierre


flowersinavasesb2 
[…..]

”Il piacere è giubilo e compimento del corpo,

La felicità è giubilo e compimento dell’anima.

La gioia è giubilo e compimento dello spirito.

Tutti questi giubili e compimenti sono la risonanza dell’essere creato nella beatitudine increata…

flowersinavasesb2La beatitudine increata è l’Eterno che è Amore.

Occorre imparare ad amare,
a riconoscere ciascuno dei volti dell’amore:

è quello che Gesù insegnò a Maria Maddalena…”

(Abbé Pierre)

mercoledì 7 aprile 2010

visione.........Tchi Ch'ong Tzu

birds flying

flight of ducks

Vuoto e accogliente come la terra è il mio cuore,
sospeso nella magia senza tempo d'un presente
troppo fragile per diventare eterno.

L'onda che muore a riva è lieve e fugace;
l'adesso è uno scintillio sull'acqua che si rifrange.
Come un volo d'anatre, tutto è subito ricordo.

 

anybody there?

anybody there_jean paul nacivet

jean paul nacivet

lunedì 5 aprile 2010

El Ángel bueno…………..rafael alberti

sartini_angelo

angelo – ulisse sartini

Vino el que yo quería
el que yo llamaba. 

No aquel que barre cielos sin defensas.
luceros sin cabañas,
lunas sin patria,
nieves.
Nieves de esas caídas de una mano,
un nombre,
un sueño,
una frente. 

No aquel que a sus cabellos
ató la muerte. 
El que yo quería. 

Sin arañar los aires,
sin herir hojas
ni mover cristales. 

Aquel que a sus
cabellos
ató el silencio. 

Para sin lastimarme,
cavar una ribera de luz dulce en mi pecho
y hacerme el alma navegable.

Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
  
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
  
Non quello che ai suoi capelli
legò la morte.
   Ma quello che io amavo.
  
Senza graffiare i venti,
senza ferire foglia 
né agitare cristalli.
  
Quello che ai suoi
capelli
legò il silenzio.
  
Per scavarmi nel petto
senza farmi del male,
un argine di dolce luce
e rendere navigabile la mia anima

Desde el umbral de un sueño………..a. machado

dalle soglie di un sogno

Desde el umbral de un sueño me llamaron...
Era la buena voz, la voz querida.
-Dime: ¿vendrás conmigo a ver el alma?....
Llegó a mi corazón una caricia.
-Contigo siempre....Y avancé en mi sueño
por una larga, escueta galería,
sintiendo el roce de la veste pura
y el palpitar suave de la mano amiga.

Dalla soglia di un sogno mi chiamarono…
Era la buona voce, amata voce.
- Dimmi: verrai con me a vedere l’anima?…
Una carezza mi raggiunse il cuore.
- Sempre con te… Ed avanzai nel sogno
per una lunga, spoglia galleria;
sentii sfiorarmi la sua veste pura
e il palpito soave della mano amica.

domenica 4 aprile 2010

buona pasqua a tutti voi…amici

clic

HappyEaster5

E' sicuramente nel silenzio
che un cuore vive e si abbandona allo Spirito...
ma ci sono momenti in cui lo Spirito 
si fa Corpo che si dona ....
Questo è uno degli attimi in cui si ha bisogno di dire Grazie
a chi ha saputo comunicare, costruire, compatire,conoscere,farsi una cosa sola con il cuore.
Questo è uno degli attimi in cui si ha bisogno di Riflettere
e condividere pensieri di Speranza
perchè la Parola non rimanga staticamente l'espressione dei silenzi interiori
ma diventi scintilla di cambiamento ...
Questo è uno degli attimi in cui si ha bisogno di credere
che in tutti gli uomini si possa fortificare il bisogno del Bene reciproco
nell'espressione più concreta dell'Amore
(dal web)

Un Augurio dal cuore perchè
la Pasqua
sia la Speranza che va oltre la fine

sabato 3 aprile 2010

questa fila non era nei conti – 5 aprile 2005

Giovanni Paolo II è ritornato alla casa del Padre

funerali_giovanni_paolo_ii_2

Che cosa cercate, in questa fila lunga, grandiosa? Non era previsto. Cosa cercate? Perché arrivare fin qui dopo un viaggio anche lungo, o aver lasciato le case, gli uffici, o rinviato altre gite, altri appuntamenti? Cosa cercate sfilando, così rapidamente, sostando un niente, dopo ore in piedi? Cosa vi spinge? Una commozione reale? O il sentimento indotto, dolciastro, massmediale? No, non può esser solo la tivù. Qui siete venuti. In tanti. Tanti "io", tanti "tu".
L'altra sera quando si è sparsa la notizia temuta che ci avevano fatto antivedere, per le strade avete rallentato il passo, cercato una chiesa che avreste voluto aperta. Cosa cercate? Forse in quest'epoca per molti aspetti tetra e spettacolare anche il lutto può divenire occasione di ritrovamento, di riconoscimento? Come accade ai ragazzini che spesso lasciano sciarpe, magliette, frasi nei punti dove uno di loro è scomparso, dove un accidente lo ha tolto. In quei gesti strani, di omaggio al mistero, c'è una strana affermazione: io ci sono. Siamo in un'epoca di ragazzini? Siete tutti dell'orrenda razza dei sentimentali? Di coloro che per primi piangono e per primi dimenticano? Di coloro che si nutrono della propria commozione come di una dura autogiustificazione? Siete della razza dei vili? Di coloro che usano qualcosa, qualcuno, qualsiasi cosa per potersi sentire ancora vivi? Cosa cercate? Esserci, come un imperativo, nel luogo di cui tutti parlano, nel luogo dove accade qualcosa di importante.
Vi commuovete per lui o vi commuovete per voi stessi? Per gli anni passati, gli ideali appannati, per i peccati, sì, anche se non li chiamate così, e per le gioie passate? O forse siete qui per vedere il gran personaggio prima che ci sia sottratto alla vista? Ma non era difficile trovarlo, non era uno che si ritraeva, non faceva il personaggio, appunto. Apriva la sua finestra, ave va aperto le porte. S'è dato. Non era difficile incontrarlo. In molti l'avevate già visto, e allora cosa cercate? Avete tutte le età, in questa fila si è forse incamminata un'invisibile e pur presente eterna umanità. Qualcosa che è in viaggio da sempre. Qualcosa che cerca da sempre. Non vi aspettavano, i guardiani della basilica. Non vi aspettavano così tanti. Non aspettavano lei, quella sempiterna, discutibile, difettosa, umanità. Che cerca sempre. Che s'incammina sempre. Quella umanità che non è bella perché non è un'idea, ma è fatta di singoli.
Chi prenderà sul serio tutto questo? Chi sta prendendo sul serio il vostro desiderio? Chi lo sta ricevendo oltre a lui, al grande Papa ora però defunto? Chi non vi sta trattando da folla, da gente, da pubblico, da massa? Chi vi chiederà a uno a uno: cosa cerchi?
Cosa indaghi con lo sguardo sotto le navate dove stai in fila, e prima fuori, nella piazza coronata dal Bernini? E cosa indaghi guardando il cielo di Roma?
Non vi avevano previsto. Perché non vi avevano mai visto? Lui vi aveva visto. Per questo forse tornate a farvi vedere. Non a guardarlo. Ma a farvi guardare. Cosa cercate? Il suo sguardo? Come se nessun'altro, o pochi altri, vi avesse guardato così. Come se poche volte, troppe poche volte, aveste incontrato uno sguardo così. Come se fosse raro. E allora da cercare, da chiedere, da ringraziare.
Forse voi non cercate qualcosa che si trova tra i morti. Come all'alba della Resurrezione fu l'angelo ad avvertirlo: "Perché Lo cercate tra i morti?". Tutto il mondo parla di un morto. Ma la vostra presenza qui, la vostra muta costanza, la vostra discutibile pazienza, è il primo indizio, potente, che si tratta di un Vivo.
Davide Rondoni – Editoriale – “avvenire” 5 aprile 2005