mercoledì 31 marzo 2010

uno specchio…loredana

 

lo specchio

uno specchio…
non il mio viso riflesso..
ma tutti i miei anni passati
                              ricordi lontani
visi che il tempo ha reso sfuocati

                                   il tempo
opalescente
invalicabile vetrata di alabastro
oltre la quale come lucciole immobili
                 brillano amori mai spenti
                      ricordi mai cancellati
                 e la mia anima..il mio cuore di ieri …
                                                        assopiti

perchè svegliarli?
la vita è adesso..il presente è ora
                                                         e io..
io vivo..vivo intensamente questo attimo
                       che in un soffio è già ieri

per Azzurra

auguriauguri

martedì 30 marzo 2010

maldita sea la cruz……don pedro casaldaliga

Maldita sea la cruz que cargamos sin amor como una fatal herencia

Maldita sea la cruz que echamos sobre los hombros
de los hermanos pequeños.

[…]

Maldita sea la cruz que exhiben los opresores
en las paredes del banco,
detrás del trono impasible, en el blasón de las armas,
sobre el escote del lujo, ante los ojos del miedo.

Maldita sea la cruz que el poder hinca en el Pueblo,
en nombre de Dios quizás.

Maldita sea la cruz que la Iglesia justifica
- quizás en nombre de Cristo-
cuando debiera abrasarla en llamas de profecía.

¡Maldita sea la cruz que no pueda ser La Cruz!

cross jesus

Maledetta sia la croce che ci carichiamo senza amore
come una fatale eredità.

Maledetta sia la croce che gettiamo sulle spalle
dei fratelli piccoli.

[…]

Maledetta sia la croce che esibiscono gli oppressori
sulle pareti delle banche.. 
dietro al trono indegno, e nello stemma delle armi,
come gioiello sulle scollature, 
davanti agli occhi di chi è terrorizzato

Maledetta sia la croce con cui il potere
trafigge il Popolo in nome di Dio..forse.

Maledetta sia la croce che la Chiesa giustifica
… forse in nome di Cristo
quando dovrebbe bruciarla  in fiamme di profezia.

Maledetta sia la  croce  che non può essere la Croce !

 

Dom Pedro Casaldáliga Pla nasce nel 1928 in Catalogna.  Spagnolo di nascita, brasiliano di adozione, latinoamericano di onore, Pedro Casaldaliga è una delle personalità più rappresentative della Chiesa dei Poveri in Brasile, in America Latina e nel mondo. Da trent'anni vive e lavora nell'Amazzonia Brasiliana

venerdì 26 marzo 2010

cuerpo de mujer……….pablo neruda

e sempre a proposito di un corpo femminile…come sequenza logica del post precedente…mi piace proporre uno slide la cui figura femminile è un quadro dipinto dal mio compagno …

clic

 

gianni-PR

dopo il bagno….akiko yosano

mi sono imbattuta in alcuni versi che ho travato piacevolmente ironici… donna-allo-specchio-anna bredadonna allo specchio – anna breda 

Dopo il bagno
mi guardo nello specchio,
e, osservando il mio corpo,
sento che ancora rimane qualcosa
di ieri: un certo sorriso...

°°°°°°°°°°°°°°°°°°
allora ho cercato notizie sulla sua autrice…Akiko Yosano  e ho scoperto che era una poetessa giapponese figlia di un ricco mercante di Sakai, nella prefettura di Osaka, nata nel 1878 - morta nel 1942 -

L’importanza di Akiko, per la poesia erotica giapponese, anticipando il movimento di emancipazione femminile e di libertà sessuale, è fondamentale. La sua raccolta Midaregami (Capelli arruffati, 1901) contiene i più appassionati e sensuali tanka del Novecento che sono caratterizzati da una vivace sensualità considerata piuttosto esplicita secondo i canoni dell’epoca
tanka: la forma più antica della poesia giapponese, anteriore agli haiku . Il tanka consiste in cinque versi formati rispettivamente di 5, 7, 5, 7 e 7 sillabe; la terzina iniziale è chiamata kami-no-ku (frase superiore), il distico finale è detto shimo-no-ku (frase inferiore).
Opponendosi alle convenzioni della tradizione, la poesia di Akiko Yosano canta con singolare sensibilità l’istanza della donna giapponese, contro il moralismo religioso e la repressione sessuale. I suoi componimenti furono considerati di una sensualità invereconda e sorprendente
ne riporto alcuni che trovo molto delicati


Colombe
dal tetto della pagoda
i petali dei ciliegi cadono
nel vento di primavera –
scriverò la mia canzone sulle loro ali

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Senza parlar del come,
senza pensare al poi,
senza chiederci fama o nome,
qui, amando l’amore,
tu e io ci guardiamo

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ho sentito, non so perché,
che tu mi aspettavi
e sono uscita. Nella notte
improvvisa spuntò la luna
sui campi in fiore.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Senza chiederci
se sia giusto o sbagliato
se la vita futura
se la fama…Tu e io
ci amiamo ci guardiamo

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Spingendo dolcemente
ho schiuso quella porta
che chiamiamo mistero.
Mammelle turgide
strette nelle mani.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Amore o sangue?
tutta la primavera
è in questa peonia che mi ossessiona,
scende la notte, sono sola,
sola senza una poesia.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Mezzo vestita
di una seta leggera
dal colore rosso pallido...
non pensare male: di' loro
che si sta godendo la luna...

Fino ai primi anni del 1900, la situazione della donna in Giappone rimase invariata. Il sostanziale fallimento dei primi impulsi femministi è da mettere in relazione prima di tutto al fatto che non vi furono contatti tra le donne entrate in politica e le comuni lavoratrici (e questo problema, come è noto, si è storicamente verificato in quasi tutte le società che sono state scenario di lotte
per i diritti civili).
Nella storia della letteratura giapponese, la produzione letteraria femminile occupa un posto predominante: i primi grandi romanzi in lingua giapponese, infatti, furono scritti dalle dame di corte e vennero presi a modello da tutti i letterati dei secoli a venire. La loro comparsa diede l’avvio ad un vero stile femminile codificato, che pose le basi alla cosiddetta “narrativa dell’Io”.

Secondo una frase di Akiko Yosano, il riemergere della donna giapponese nel ventesimo secolo, poteva essere raffigurato come il risveglio di un vulcano addormentato:

il potenziale espressivo della donna, a lungo messo a tacere dalle restrizioni sociali, si preparava ad esplodere in tutta la sua veemenza.
Le poesie di Akiko si resero immediatamente note per la loro audacia e anticonvenzionalità, che le resero anche fonte di scandalo. 
(da un articolo di Maria Perrella sulla poesia erotica giapponese)

mercoledì 24 marzo 2010

pensa a ..............elizabeth jennings

nuvole

Pensa a una delicata morbidezza.
Pensa a una nuvola, non per quello che è, vapore e aria,
ma per come l'immaginazione la domina,
la nomina, la trattiene in bilico sull'orlo della mente.
Pensa a un passerotto.
Osserva le sfumature di pastello,
l'opale dei soli al tramonto,
e come gli alberi si oscurano in ogni trama e ombra di verde.
Pensa al primo timido amore
che non osa dire quello che pensa di vedere
ma aspetta in un librarsi felice.
Pensa alla gioia concreta di un bambino sulla spiaggia
non ancora diviso dal luogo da dove guarda
o come si incolla alle conchiglie.
Pensa ai quadri e alle loro decise trasformazioni.
E infine, pensa ai primi invitanti accordi di una musica,
il primo fiero attacco dei violini, poi il suono dei corni,
e poi sii grato per come la mente può danzare
in mezzo e attorno e sotto le parole.

E rallegrati.

martedì 23 marzo 2010

vorrei ballare nuda...monica de steinkuel

 

danza - rossella grenci danza – rossella grenci

Vorrei ballare nuda sotto la fresca pioggia primaverile
lasciarmi travolgere dalle gocce che bagnano il mio corpo,
farmi inondare da ciò che il cielo mi manda
così precipitosamente
senza lasciarmi nessun tempo..senza accorgermi di niente
così semplicemente libera in mezzo alla natura
così profondamente dentro di me.
Vorrei annullare il tempo
per godere infinitamente di queste gocce
che scendono sul mio viso leggere
che lavano di ogni angoscia
che mi rendono semplicemente libera di amare,
perchè io amo la pioggia.
Amo il vento
che spettina i prati verdi sperduti nel mondo,
che crea grandi onde nel mare della mia vita,
che abbassa timidamente gli alberi
ed i miei occhi.
Mi lascio trasportare dal vento che mi spinge inconsapevolmente
verso qualcosa che non sa nemmeno lui
e che mi confonde di emozioni provate.

Che tu sia per me il coltello - David Grossman

che tu sia per me  i coltello - david grossmann

Tra un secondo rientro. Vorrei solo poter restare qui tutta la notte e continuare a scrivere. Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza, sento di avere uno scopo. Voglio rimanere qui e raccontare le cose più semplici. Descrivere la foglia che è appena caduta……..

per continuare a leggere

http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2010/03/che-tu-sia-per-me-il-coltello-david_23.html

lunedì 22 marzo 2010

le parole……josé saramago

parole

Le parole sono buone.
Le parole sono cattive.
Le parole offendono.
Le parole chiedono scusa.
Le parole bruciano.
Le parole accarezzano.
Le parole sono date, scambiate, offerte, vendute e inventate.
Le parole sono assenti.
Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come zecche: si annidano nei libri, nei giornali, negli slogan pubblicitari, nelle didascalie dei film, nelle carte e nei cartelloni.
Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano, liberano, eliminano.
Sono melliflue o aspre.
Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza.
I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno.
Ci sono molte parole.
E ci sono i discorsi, che sono parole accostate le une alle altre, in equilibrio instabile grazie a una sintassi precaria, fino alla conclusione del “Dissi” o “Ho detto”. Con i discorsi si commemora, si inaugura, si aprono e chiudono riunioni, si lanciano cortine fumogene o si dispongono tende di velluto. Sono brindisi, orazioni, conferenze, dissertazioni.
Attraverso i discorsi si trasmettono lodi, ringraziamenti, programmi e fantasie.
E poi le parole dei discorsi appaiono allineate su dei fogli, dipinte con inchiostro tipografico - e per questa via entrano nell’immortalità del Verbo.
Accanto a Socrate, il presidente dell’assemblea affigge il discorso che ha aperto il rubinetto della fontana. E le parole scorrono, fluide come il “prezioso liquido”. Scorrono interminabili, allagano il pavimento, salgono alle ginocchia, arrivano alla vita, alle spalle, al collo. È il diluvio universale, un coro stonato che sgorga da milioni di bocche. La terra prosegue il suo cammino avvolta in un clamore di pazzi che gridano, che urlano, avvolta anche in un mormorio docile, sereno e conciliatore.
C’è di tutto nel coro: tenori e tenori leggeri, bassi, soprani dal do di petto facile, baritoni trasbordanti, mezzocontralti.
Negli intervalli, si ode il suggeritore. E tutto ciò stordisce le stelle e perturba le comunicazioni, come tempeste solari..
Perché le parole hanno cessato di comunicare. Ogni parola è detta perché non se ne oda un’altra. 
La parola non risponde, né domanda: accumula.
La parola è l’erba fresca e verde che copre la superficie dello stagno. La parola è polvere negli occhi e occhi bucati.
La parola non mostra. La parola dissimula.
Per questo urge mondare le parole perché la semina si muti in raccolto.
Perché le parole siano strumento di morte - o di salvezza.
Perché la parola valga solo ciò che vale il silenzio dell’atto.
C’è anche il silenzio.
Il silenzio, per definizione, è ciò che non si ode.
Il silenzio ascolta, esamina, osserva, pesa e analizza.
Il silenzio è fecondo. Il silenzio è terra nera e fertile, l’humus dell’essere, la tacita melodia sotto la luce solare.
Cadono su di esso le parole. Tutte le parole. Quelle buone e quelle cattive. Il grano e il loglio. Ma solo il grano dà il pane.

José Saramago, tratto da “Di questo mondo e degli altri” ed. Einaudi

domenica 21 marzo 2010

i silenzi di una donna……………dal web

 

Monia%20015noir1

I silenzi di una donna
sono case in riva al mare
che nessuno apre nell'inverno..
dimore solitarie
che solo il tempo vive
senza più rumore tuffi o commensali a cena….
ascolto muto di sentimenti mai scoperti al sole ..
percorsi lenti maturati
che non sconvolgono il dolore..
stanchezze
che ritornano sempre alla fine nella propria casa..
dove ogni cosa ha un suo posto
dove ogni oggetto ha un suo nome..
bisogni e storie mai rivelate in pieno
che le proprie mani sanno consolare..

i silenzi di una donna
si allargano piano piano come ragnatele agli angoli..
vivono nelle stanze vuote
dove pure il mare lascia la sua tristezza..
dove le conchiglie abbandonate sulla sabbia ritrovano i cassetti..

i silenzi di una donna...

ci passa di soppiatto sempre il vento...
filano i pensieri con la pazienza di chi deve dipanare nodi..
angoli di vita sconosciuti che solo il tempo scopre..
antichi ceppi pronti nelle ceste per riscaldare..
case per rivedere il cielo a modo tuo..
sfumature calde dell'inverno..

i silenzi di una donna...

dal web

venerdì 19 marzo 2010

una missione da compiere

abete

in un bosco c’era un albero triste..

”la tua tristezza dipende dal fatto che non dai mele”..gli diceva il melo

”saresti felice se ti riempissi di rose”..gli diceva il roseto..

”la vera gioia sta nel dare arance”  affermava di rimando l’arancio…

una notte un gufo si posò tra i suoi rami e gli sussurrò:
“non preoccuparti..il tuo problema non è grave..
ne soffrono anche gli stessi uomini..
sii te stesso..sei un abete..devi crescere grande e robusto..la tua funzione è di offrire rifugio agli uccelli..solidità e bellezza al paesaggio..allegria e gioia a natale..
questa è la tua missione..accettala e compila..!”

l’albero ascoltò il consiglio e da allora visse contento di ciò che era…un abete!


ciascuno di noi ha una missione da compiere…scopriamola..e poi accettiamola e compiamola nel miglior modo possibile

giovedì 18 marzo 2010

partir, c’est mourir un peu……

clic

departures - lilli busy departures . lilli busy

edmond haraucourt ..nella sua canzone “chanson de l’adieu” scrisse la famosa frase
“partir, c’est mourir un peu…”

Partir, c'est mourir un peu,
C'est mourir à ce qu'on aime:
On laisse un peu de soi-même
En toute heure et dans tout lieu.

C'est toujours le deuil d'un vœu,
Le dernier vers d'un poème;
Partir, c'est mourir un peu,
C'est mourir à ce qu'on aime.

Et l'on part, et c'est un jeu,
Et jusqu'à l'adieu suprême
C'est son âme que l'on sème,
Que l'on sème en chaque adieu:
Partir, c'est mourir un peu.


e maurice chevalier..argutamente..gli rispose con l’altrettanto celebre frase..
mourir, c'est partir beaucoup”…

domenica 14 marzo 2010

il fantasmino è tornato….loredana

 

g20

vi ricordate il fantasmino di casa?…..
http://spizzichi.blogspot.com/2010/02/il-fantasmino.html

ecco….volevo dirvi che è tornato …
stamattina..come sempre mi sono alzata molto presto ..quindi ..in casa e fuori..c’era un silenzio profondo…in casa dormivano tutti…per la verità dormono ancora…birillo (il gatto)..compreso…e in giardino …solo il rumore quasi impercettibile della ultima neve che si sta sciogliendo…e forse di qualche fiore che piano piano..a fatica…sta spuntando qua e là…
solo ..a farmi compagnia..lo scampanellio delicato..e argentino…di una campanella…di quelle piccole che si usavano una volta per chiamare la servitù..
lo sto sentendo anche adesso…..
che ci sia qualcuno che dall’alto mi sta chiamando?…o mi sta dicendo …”svegliati..è primavera..lo deve essere anche nel tuo cuore”?..non lo so…..ma il suono di questa campanella …è davvero molto dolce ..la giornata è iniziata bene

ho imparato………………..andy rooney

Ho imparato che la miglior aula del mondo e' ai piedi di una persona anziana.
Ho imparato... che quando sei innamorato, si vede.
Ho imparato... che appena una persona mi dice, "Mi hai reso felice!", mi rende felice.
Ho imparato... che avere un bambino addormentato fra le braccia e' una delle cose del mondo che piu' rendono sereni.
Ho imparato... che essere gentili e' piu' importante dell'aver ragione.
Ho imparato... che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.
Ho imparato... che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo. Ho imparato... che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio....ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.
Ho imparato... che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno e' una mano da tenere ed un cuore da capire.
Ho imparato... che semplici passeggiate con mio padre attorno all'isolato nelle notti d'estate quand'ero bambino, sarebbero stati miracoli per me da adulto.
Ho imparato... che la vita e' come un rotolo di carta igienica........ piu' ti avvicini alla fine, piu' velocemente va via.
Ho imparato... che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci da' tutto quel che gli chiediamo.
Ho imparato... che i soldi non possono acquistare la classe.
Ho imparato... che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita cosi' spettacolare.
Ho imparato... che sotto il duro guscio di ognuno c'e' qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.
Ho imparato... che il Signore non ha fatto tutto cio' in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?
Ho imparato... che ignorare i fatti non cambia i fatti. Ho imparato... che quando progetti di prenderti la rivincita su qualcuno, stai solo facendo in modo che quella persona continui a ferirti.
Ho imparato... che l'amore, non il tempo, guarisce tutte le ferite.
Ho imparato... che per me il modo piu' semplice di crescere come persona e' circondarmi di gente piu' abile di me.
Ho imparato... che ogni persona che incontri merita d'essere salutata con un sorriso.
Ho imparato... che non c'e' niente di piu' dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.
Ho imparato... che nessuno e' perfetto, fino a quando non te ne innamori.
Ho imparato... che la vita e' dura, ma io sono piu' duro. Ho imparato... che le opportunita' non si perdono mai, qualcuno sfruttera' quelle che hai perso tu.
Ho imparato... che se dai rifugio all'amarezza, la felicita' attracchera' da qualche altra parte.
Ho imparato... che desidererei aver detto una volta in piu' a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse. Ho imparato... che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perche' domani potrebbe doverle mangiare.
Ho imparato... che un sorriso e' un modo non costoso di valorizzare i tuoi sguardi.
Ho imparato... che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa farci.
Ho imparato... che quando tuo nipote neonato tiene il tuo mignolo nel suo piccolo pugno, sei agganciato per tutta la vita.
Ho imparato... che chiunque vuole vivere sulla vetta della montagna, tutta la felicita' e la crescita si trovano mentre la si scala.
Ho imparato... che e' meglio dare consigli in due sole circostanze:quando sono richiesti e quando c'e' pericolo di morte.
Ho imparato... che meno tempo ci lavoro, piu' cose mi trovo fatte. (Andy Rooney)

 

venerdì 12 marzo 2010

primavera imminente…..basho

 snowy_dogwood_blossoms Nel bianco cespuglio chi canta?
Il rossignolo.
Ingannato dal suo desiderio di primavera
(in ritardo quest'anno)
egli ha scambiato gli ultimi fiocchi di neve
per i fiori di pruno.
Basho

giovedì 11 marzo 2010

MILANO - XXI mostra del libro antico

Libri%20Crivelli

Da venerdì 12 a domenica 14 marzo il Palazzo della Permanente di Milano ospita, come di consueto, la Mostra del Libro Antico, giunta alla sua 21esima edizione. Collezionisti e bibliofili, studiosi e appassionati di cultura editoriale si radunano tra gli spazi espositivi di oltre 60 tra le migliori biblioteche antiquarie italiane e internazionali che mettono in mostra gioielli bibliografici e perle rare dell’antica editoria, incunaboli di fine ‘400 e libri miniati del Rinascimento, per arrivare alle avanguardie del secolo scorso.
Tra i pezzi pregiati, la "Ventisettana" del
Decameron di Giovanni Boccaccio, stampata a Firenze nel 1527 (Chartaphilus), la 1° edizione in lingua italiana del "Don Chisciotte" di Miguel de Cervantes del 1622 (Galleria Gilibert) e la 1° edizione del 1490 del "Convivio" di Dante Alighieri (Pregliasco).
E poi libri scientifici e trattati di medicina, testi religiosi come il "
Cantico dei Cantici" del 1925, stampato a Parigi in 110 copie da François Louis Schmied (Sims Reed - Londra). E poi edizioni storiche come "L'Esprit des lois" di
Montesquieu del 1748, presentata da Lex Antiqua, e la "Grammaire Turque" (Il Polifilo), 1°libro stampato in caratteri latini in una tipografia di Costantinopoli nel 1730.

Accanto agli stand, una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, a 35 anni dalla sua morte, attraverso 70 prime edizioni dei suoi romanzi e circa 100 ritratti immortalati da diversi fotografi. Si concentra invece sull’Egitto un’esposizione di foto, documenti d’archivio e testi antichi, mentre la multimedialità la fa da padrona all’interno di un’ulteriore mostra dedicata a diverse tematiche: dagli anni ’60 rivissuti attraverso libri, dischi e riviste proposti da Giorgio Maffei, ai fumetti di Andrea Pazienza, passando per 200 pezzi della collezione di Pontremoli dedicata ai molteplici aspetti del Futurismo, terminando con un focus, attuale e ‘cinematografico’ mai come ora, su “Alice nel paese delle meraviglie”, attraverso 9 dipinti originali su tela realizzati da Antonio Saliola.


Orari:
venerdì e sabato dalle 11:00 alle 19:00
domenica dalle 11:00 alle 18:00
Biglietti:
5,00 euro
2,00 euro ridotto

(da milanoweb.com)

concorsi a napoli……..

In una importante società napoletana cercano un nuovo responsabile dell'ufficio stampa. Dopo varie selezioni rimangono a contendersi il posto un milanese e un napoletano.
Il responsabile del personale decide allora di sottoporli a un ultimo test ed entrambi rispondono bene a 9 domande su 10.
Dopo una rapida valutazione, il manager si avvicina al candidato napoletano e dice:
"Grazie del suo interessamento per la nostra società ma abbiamo deciso di assumere il candidato milanese".
Il candidato partenopeo, sbigottito, replica:
"E perché mai? Entrambi abbiamo risposto correttamente a 9 domande su 10 ed, essendo questa una società napoletana e io di Napoli, dovrei essere io a essere assunto!".
E il manager:
"In effetti abbiamo preso la nostra decisione non tanto sulla base delle risposte corrette, quanto su quella incorretta".
"E come può", domanda il candidato campano, "una risposta sbagliata essere meglio di un’altra?".
Il manager:
"Semplice ... il candidato milanese alla domanda 7  ha risposto: 'Questa non la so'".
Lei invece ha scritto: "Neanche io".

domenica 7 marzo 2010

quando le cose non girano…..

quasi tutte le immagini e i miei slide postati qui ..erano parcheggiati in un sito che non mi riconosce più come persona registrata ..quindi ..probabilmente ..salvo un miracolo ho perduto quasi tutto …tra le altre cose anche i template dei miei blog …comincerò a rifarli …scusate se i blog si presentano malissimo ..ma io sto peggio dei miei blog…..

dovrò girare pagina un’altra volta ….ma comincia a passarmi la voglia ..e questo è un brutto segno

facezie..ma non troppo……ennio flaiano

Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura

I nomi collettivi servono a fare confusione: "Popolo, pubblico...". Un bel giorno ti accorgi che siamo noi; invece credevi che fossero gli altri.

La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia.

Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori

Anche il progresso, diventato vecchio e saggio, votò contro.

I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui.

Ho poche idee, ma confuse.

Oggi ho lasciata la mia famiglia perché ero stanco di sentirmi solo.

È un cretino illuminato da lampi di imbecillità.

Il traffico ha reso impossibile l'adulterio nelle ore di punta.

La psicanalisi è una pseudo-scienza inventata da un ebreo per convincere i protestanti a comportarsi come i cattolici.

L'italiano è una lingua parlata dai doppiatori.

Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.

Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972) è stato uno scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano. Specializzato in elzeviri, fu anche umorista, critico teatrale e cinematografico. Scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate.

mercoledì 3 marzo 2010

ogni mattina………………madeline delbrel


mis reflejos_julio segura carmona

mis reflejos – julio segura carmona

 

Ogni mattina
è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio.
Dio ci dà una giornata
da Lui stesso preparata per noi.
Non vi è nulla di troppo
e nulla di “non abbastanza”
nulla di indifferente
e nulla di inutile.
È un capolavoro di giornata
che viene a chiederci
di essere vissuto.
Noi la guardiamo
come una pagina d’agenda,
segnata d’una cifra a d’un mese.
La trattiamo alla leggera
come un foglio di carta.
Se potessimo frugare il mondo
e vedere questo giorno elaborarsi
e nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo il valore
di un solo giorno umano.
(Madeleine Delbrel)

martedì 2 marzo 2010

ricordi di scuola…….dai registri di classe

registro_di_classe_della_scuola_femminile_di_cuglieri_A.A_1860-1861.maxi2 L'alunno S. C. lascia l'aula prima dell'orario di uscita  dopo aver fotografato la lavagna con il cellulare sostenendo che avrebbe
riesaminato la lezione a casa sua.

L'alunno A., assente dall'aula dalle ore 12.03, rientra in classe
alle ore 12.57 con un nuovo taglio di capelli.

Gli alunni M. P. e D. A. dopo aver rubato diversi gessetti dalla lavagna di classe, simulano durante la lezione l'uso di sostanze stupefacenti tramite carte di credito e banconote arrotolate, tentando inoltre di
vendere le sopracitate finte sostanze ai propri compagni. A mia insistente richiesta di smetterla vengo incitato a provare pure io per non avere così tanti pregiudizi.

La classe non mostra rispetto per l'illustre filosofo  Pomponazzi e ne altera il nome in modo osceno.

L'alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai
genitori riconsegna il pagellino firmato 2 minuti dopo. Sospetto che la firma non sia autentica.

Il crocefisso dell'aula è stato rovinato. Il Cristo ora porta la
maglia della nazionale.

L'alunno A. durante l'intervallo intrattiene dalla finestra dell'aula gli alunni dell'istituto imitando Benito0511-0708-2917-4829_Teacher_Sitting_at_His_Desk_clipart_image Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all'istituto che sta dall'altra parte della strada.

Dopo aver fatto scena muta durante l'interrogazione di geografia astronomica V. chiede di avvalersi dell'aiuto del pubblico.

Facendo l'appello e notando l'assenza dell'alunno S., mi viene detto dall'alunno C. di non preoccuparmi. Quest'ultimo estrae il
portafoglio, lo apre e simulando di parlare ad una terza persona urla "Scotty: teletrasporto!". Con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca, l'alunno S. fuoriesce dall'armadio.

Si espelle dall'aula l'alunna M. Ilaria perché ha ossessivamente offeso la compagna Sabatino Domenica chiamandola Week End.

insegnante di latino: teacher
   "L'alunno è entrato in aula, dopo essere stato per 20 minuti al bagno, aprendo la porta con un calcio; ha fatto
una caprioL'la e ha puntato un'immaginaria pistola verso l'insegnate
dicendo "ti dichiaro in arresto nonnina!"

L'alunno giustifica l'assenza del giorno precedente scrivendo
"credevo fosse domenica".

P. non svolge i compiti e alla domanda "Per quale motivo?"
risponde"Io c'ho una vita da vivere".

"Gli alunni B. e N. simulano un omicidio in classe, il primo si è steso a terra, il secondo disegna la sagoma". (Liceo Scientifico Copernico di Brescia)

L'alunno M. ha fatto l'ennesima scena muta dicendo che risponderà solo in presenza del suo avvocato.

"Si segnala mancanza del Crocifisso, occultato dalla Teacher-at-desk classe, al suo posto cartello recante le parole "torno subito"".

L'alunno M. (egiziano, n.d.r.), continua a ripetere la parola "ano" poiché R. l'ha convito che significhi "dito".

Gli alunni P. e A. alle ore 10:25 escono dall'armadio.

Gli alunni S.T. e M.S. appendono sull'intercapedine di fronte ai loro banchi il disegno di un occhio circondato da un triangolo, con la scritta "Dio ti sgama". Alla richiesta dell'insegnante di toglierlo immediatamente, rispondono testuali parole "Prof, Dio sgama anche lei"

Gli alunni M.L. e G.C. dopo l'ordine del sottoscritto: "prendete la porta e andatevene dal preside", scardinano la porta e la trasportano fino in presidenza dicendo al preside che glielo avevo intimato io“