giovanni falcone
stralcio da :
Nota introduttiva all'edizione 1995 di
COSE DI COSA NOSTRA
(Marcelle Padovani)
"Non avrebbe voluto diventare un eroe,
Giovanni Falcone.
Perché era convinto che uno stato tecnicamente attrezzato e politicamente impegnato potesse sconfiggere il crimine organizzato facendo a meno di tanti sacrifici individuali.
Per Falcone, la responsabilità collettiva di un ufficio specializzato, di una istituzione locale, di una Procura nazionale, avrebbe dovuto cancellare le singole personalità e dunque la vulnerabilità dei singoli operatori dell'Antimafia.
" Quando esistono degli organismi collettivi," diceva" quando la lotta non è concentrata o simboleggiata da una sola persona, allora la mafia ci pensa due volte prima di uccidere."
Non avrebbe dunque , Falcone, voluto diventare un eroe.
"Vale la pena," gli avevo chiesto durante un'intervista televisiva del gennaio 1988 "vale la pena di rischiare la propria vita per questo stato?"
E lui rispose, un po' sconcertato: "Che io sappia, c'è soltanto questo stato, o più precisamente questa società di cui lo Stato è l'espressione."
Non eroe per vocazione, ma servitore dello stato: questo era il giudice Falcone."
occorre compiere fino in fondo il proprio dovere,
qualunque sia il sacrificio da sopportare,
costi quel che costi,
PERCHE’ IN CIO’ STA L’ESSENZA
DELLA DIGNITA’ UMANA
(giovanni falcone)
Grazie Lore per averci ricordato quel giorno, un grande uomo e le sue parole
RispondiEliminaPer la Nostra Palermo Giovanni è indimenticabile,
RispondiEliminaMaurizio
Ciao Loredana.
I enjoyed this post thanks for sharing
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