Vi è mai capitato di sfogliare un libro e trovarci una foto che non ricordavate nemmeno più di avere?.....io ci ho trovato una foto di mio marito …una delle ultime …capelli e barba bianchi…
anche se aveva solo 50 anni…
l’ho rivisto camminare….in quel suo modo strano per cui l’ho preso in giro tante volte …
osservava tutto ciò che lo circondava ..non gli sfuggiva nessun particolare ..non era mai di fretta…..se poi era su un sentiero di montagna o in un bosco …era parte integrante di ciò che lo circondava...
non so perché ..ma guardando questa foto .. sull’onda dei ricordi..forse.. mi è tornato in mente un episodio che avevo rimosso…
Era un uomo qualsiasi….capelli bianchi .... bastone… che usava con attenzione…come si preoccupasse di non rovinarlo…direi con delicatezza…come si fa con una cosa cara…un signore solo… che camminava lentamente .. venendomi incontro dall’altra parte del viale...mentre osservava con attenzione ..gli alberi..la gente ..le auto ..…
Era un giorno di sole, l’aria pulita ed il clima gradevole... camminavo lungo un viale alberato del parco di monza.. i pensieri lontano da quelli che ultimamente mi accompagnavano….da quando una sera di maggio ero rimasta sola… e la mano grande di un uomo bambino…la mano di mio figlio stretta nella mia. Un passo dopo l’altro percorrevo quel viale ed i raggi di sole che qua e là penetravano la volta verde abbagliavano i miei occhi..era un giorno come tanti altri..ma come pochi di quegli ultimi ...aveva un sapore così diverso… speciale ..come speciale è la vita …la mia...quella di mio figlio .. vite di sconosciuti come quella di quell’uomo che mi veniva incontro…e come quella di innumerevoli altri “sconosciuti”…soli….vite sfiorate dalle ruvide pareti dell’indifferenza dei molti…vite che non hanno più tempo né diritto di sognare… giorni e poi anni ad intrecciare stagioni di malinconica poesia.. difficile da scrivere..ma ancor più da recitare…. vite diverse che all’improvviso si incrociano ed attraversandosi cedono energia l’una all’altra…
Per un attimo dimenticai dove fossimo, ciò che mi importava era la mano di simone chiusa nella mia, il mio passato ed il nostro futuro uniti dalla vita in quella stretta…pensai che non desideravo altro se non di tenere stretta quella mano…forse la vita era tutta lì, in quell’attimo fugace, nell’inesistente distanza che correva tra le nostre due mani, nel tempo inesistente che separava le nostre due vite….già…le nostre due vite…una vita sola …Per la prima volta ritornava nel mio cammino la speranza nel domani...
il mio andare e quello dell’uomo anziano.. uno “sconosciuto” che mai più avrò la fortuna di rivedere..si incrociarono…lui ci guardò ed illuminato da uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto, indicando mio figlio, mi disse: “Abbine cura, mamma!”… "dissolvendosi" poi così come era comparso. Mi accorsi che anch’io stavo sorridendo mentre cercavo di spiegare .. a voce alta…a me stessa e a mio figlio...guardandolo nei suoi occhi luminosi..…che forse quell'uomo era la persona speciale, che non avevamo più e che forse, in qualcun altro, avremmo avuto la gioia di ritrovare…un giorno...
si rafforzò in me la convinzione che la vita fosse grande e ricca di momenti apparentemente così piccoli, ma infinitamente delicati ed importanti. Tuffandomi negli occhi puliti di mio figlio al mio fianco capii che non gli dovevo e non mi dovevo altre spiegazioni perché era grazie al cristallo di quegli stessi occhi che potevo vedere quanto bella fosse quella giornata di sole
per capire le mie parole fino in fondo..e la malinconia che si legge tra le righe di quello che scrivo…è doverosa una precisazione..mio figlio era portatore di un handicap grave…una forma di autismo che gli ha impedito una vita di relazione normale..io ero il suo “tramite” col mondo esterno ..e lui era la ragione della mia vita…
e come suggeritomi dall’anziano uomo del parco di monza..ne ho avuto cura fino a che..poco tempo fa …il Signore lo ha richiamto a sè…
Lore.....
RispondiEliminami è sembrato di essere seduta vicino a te mentre leggevo queste righe..
si capisce che sono uscite direttamente dal cuore...
sai io la penso come te.
Quando perdiamo qualcuno che ci ha voluto bene davvero non dobbiamo pensare che non lo rivedremo più
perchè, forse non subito, ma un certo giorno un segnale arriva e quando capiamo che non siamo soli scatta dentro di noi quel qualcosa che ridà colore e calore a tutto ciò che ci circonda.
mi hai commossa credimi
ti abbraccio forte forte
.....
grazie ...grazie davvero
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