un incursione veloce veloce…per sorridere un pò
marco martellini
“homo ridens: tributo semiserio a charles darwin”
- Mahmud Darwish - grande poeta palestinese morto
il 9 agosto 2008, a 67 anni
I silenzi di una donna
sono case in riva al mare
che nessuno apre nell'inverno..
dimore solitarie
che solo il tempo vive
senza più rumore tuffi o commensali a cena….
ascolto muto di sentimenti mai scoperti al sole ..
percorsi lenti maturati
che non sconvolgono il dolore..
stanchezze
che ritornano sempre alla fine nella propria casa..
dove ogni cosa ha un suo posto
dove ogni oggetto ha un suo nome..
bisogni e storie mai rivelate in pieno
che le proprie mani sanno consolare..
i silenzi di una donna
si allargano piano piano come ragnatele agli angoli..
vivono nelle stanze vuote
dove pure il mare lascia la sua tristezza..
dove le conchiglie abbandonate sulla sabbia ritrovano i cassetti..
i silenzi di una donna...
ci passa di soppiatto sempre il vento...
filano i pensieri con la pazienza di chi deve dipanare nodi..
angoli di vita sconosciuti che solo il tempo scopre..
antichi ceppi pronti nelle ceste per riscaldare..
case per rivedere il cielo a modo tuo..
sfumature calde dell'inverno..
i silenzi di una donna...
dal web
I believe in prophecy.
Some folks see things not everybody can see.
And,once in a while,they pass the secret along to you and me.
And I believe in miracles.
Something sacred burning in every bush and tree.
We can all learn to sing the songs the angels sing.
Yeah, I believe in God, and God ain’t me.
I’ve traveled around the world,
Stood on mighty mountains and gazed across the wilderness.
Never seen a line in the sand or a diamond in the dust.
And as our fate unfurls,
Every day that passes I’m sure about a little bit less.
Even my money keeps telling me it’s God I need to trust.
And I believe in God, but God ain’t us.
God,in my little understanding, don’t care what name I call.
Whether or not I believe doesn’t matter at all.
I receive the blessings.
That every day on Earth’s another chance to get it right.
Let this little light of mine shine and rage against the night.
Just another lesson
Maybe someone’s watching and wondering what I got.
Maybe this is why I’m here on Earth, and maybe not.
But I believe in God, and God is God.
[…]
ed io sosto
pensandomi ferma stasera
in riva alla vita
come un cespo di giunchi
che tremi
presso un'acqua in cammino.
neda
Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08) -- "Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un'idea fissa: 'domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa...' Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella... Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, 'Io sono iraniana'..."
"Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita... Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone..."
"Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli..."
Sono tuo figlio
in terra
e cammino con fatica.
Tu m'hai riempito le mani
di colori, di pennelli
ed io non so
come dipingerti…
Forse sarai Tu a fare
che il mio quadro
s'illumini.
(Marc Chagall)
still life with lamp – marc chagall
sono vento...
mi nutro di nubi
di pioggia
di rugiada
sono gabbiano...
sfioro con le bianche ali
le spiagge dell'universo
sono fantasia...
vado correndo
folletto buono
tra i sogni
del giorno e della notte
sono realtà...
vivo abbarbicato
come un mugo
sul crinale del monte
sono sole...
do tepore alle membra
intirizzite dalla paura
sono uomo...
vivo d'amore
Sul pendio dietro la casa
Oggi ho scavato tra radici e pietre
Una buca assai profonda,
Da essa ho tolto tutti i sassi
Ed ho portato via la fragile terra delicata.
Poi in ginocchio per un'ora nel vecchio bosco
Ho estratto qua e là con la paletta e con le mani
Degli ammuffiti ceppi del castagno
Quel nero, fradicio terriccio
Che sa di caldi funghi profumati,
Due pesanti bacinelle piene, l'ho partato laggiù
E ho piantato nella buca un albero,
Piano l'ho circondato di schiumosa terra,
Adagio ho versato acqua scaldata al sole
Ho rinferscato e lavato la tenera radice.
Ora cresce, giovane e fresco, e crescerà
Anche se noi scompariremo e dei nostri giorni
La rumorosa grandezza e l'infinita miseria
Saranno dimenticate e la loro folle angoscia.
Lo piegherà la tempesta. Il vento lo scompiglierà,
Il sole gli sorriderà, lo stringerà l'umida neve,
L'abiteranno il lucherino e il picchio,
Ai suoi piedi scaverà il riccio silenzioso.
E qualunque cosa abbia subito, patito, sofferto
Nel corso degli anni, l'animale incostante,
Malattia, guarigione, il vento e il sole amico,
Per lui i giorni trascorreranno nel canto
Di fronde che stormiscono, cullano
Dal caro esto delle sue dolci cime,
Nel tenero alito soave del succo resinoso
Che bagna i suoi fiori addormentati,
Nel gioco eterno di ombre e di luci
Che gioca felice con se stesso.
(da “il canto degli alberi”)
Solo con l'età si percepisce quanto è rara la bellezza..
e quanto è meraviglioso che tra le fabbriche e i cannoni fioriscano anche i fiori..
e che fra i quotidiani e i listini di borsa esistano anche delle poesie.
piove sul giusto e piove anche sull’ingiusto..
ma sul giusto di più..
perchè l’ingiusto gli ha rubato l’ombrello!!!
(john bowen)
ho scoperto da poco questo poeta …Terenzio Formenti…ed è uno di quegli “incontri” fortuiti che sei felice di avere fatto …così ho deciso di farlo conoscere anche a voi …
mi farò
una casa nel vento
giocherò
con le nubi
mi poserò
sul vecchio baobab
mi confonderò
conla sabbia del deserto
fischierò
fra le rocce
canzoni d’amore
e
finalmente stanco
adagiato sulle onde
mi lascerò cullare
dolcemente
A che serve il rispetto?
Rispetto sì. Per almeno tre ragioni.
La prima ragione viene dalla storia di questa parola.
Gli antichi romani facevano derivare questa parola RISPETTO dal verbo latino respicere = rispecchiare. Io mi metto davanti allo specchio e vedo il mio volto.
Si ha rispetto quando la tua immagine è riflessa nell’altro, e viceversa.
È come se dicessi: Fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.
Mi rispecchio in te, mi metto nei tuoi panni, mi vedo in te.
La cultura è la seconda ragione.
Non è scontro di civiltà: l’uomo non è un lupo.
Il motore della quotidianità è la tolleranza.
Al mattino ti alzi, esci di casa, vai al lavoro in ufficio, non scendi nell’arena dello scontro.
Il nostro corpo obbedisce alla legge della simmetria.
Se ti muovi, la destra accompagna la sinistra.
Se osservi, i tuoi occhi guardano da punti diversi ma nella stessa direzione.
Essere strabici, asimmetrici è disturbo, malattia.
Se vuoi che un albero dia i suoi frutti devi rispettare le sue radici. È saggezza popolare.
L’ultima ragione è di ordine mentale.
Mancare di rispetto è andare in frantumi in due: io e te.
Io perché non sono disponibile ad accoglierti, tu che vieni a sbattere sulla fragilità del mio specchio.
Non puoi vivere una vita intera a pugni chiusi.
Una mano chiusa è rattrappita: non può dare, stringere, accarezzare, prendere, porgere.
Non è lessicale dire: io sono tu.
È esistenziale invece sentirsi accolti, capiti.
Non è grammaticale dire: io siamo noi.
È vitale invece sentirsi mani, braccia piedi, occhi, corpo. Cuore e mente insieme.
È irrazionale lasciarsi andare alla cecità delle emozioni.
La strada che va dal cuore alla mente è lunga e faticosa. Dura una vita intera.
Quando il cuore non si unisce alla mente è dramma, è paralisi, è tragedia.
Teniamo il “rispetto” in seria considerazione e ci ritroveremo mano nella mano.
Se diciamo sì al rispetto reciproco dobbiamo dire almeno tre no:
no alla violenza,
no alla morte,
no alla violazione del diritto di accoglienza e di opinione.
Difficile? Una perla di saggezza africana:
Se mangi il frutto di un grande albero
non dimenticare di ringraziare il vento.
shadows on the wall-sunny drunk
Non avere mai paura delle ombre, significano solamente che c'e' della luce che splende li' vicino...
R.E.Renkel
sai ...quando perdi gli affetti più cari ...quelli che sogni di avere accanto per sempre...quelli con cui vedi la tua vita futura..perchè ci sono ancora tante cose da dirsi…da fare insieme….quando perdi tuo marito e tuo figlio ...morti troppo presto tutti e due ...
dopo un primo momento di sbandamento …in cui sei viva ..ma non vivi…in cui il solo respirare ti fa male dentro…
per continuare a leggere:
http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2009/06/sai.html
Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.
Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.
Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.
Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.
Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.
Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.
Voglio credere all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.
Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.
(Dorothee Solle, teologa protestante)
womanstudio73-christian coigny
Lui, che non c'è più
assunto l’aspetto che ha nella fotografia...
sul viso ombra di foglia, conchiglia nella mano...
si avvia verso il mio sogno.
Cammina per tenebre da mai spente
Per vuoti aperti verso di sé, per sempre,
per sette volte sette e poi sette silenzi.
Appare all’interno delle mie palpebre,
in questo solo mondo a lui accessibile.
Gli batte il cuore trafitto.
Si alza il primo vento dai capelli.
Tra noi comincia a stendersi un prato.
Giungono in volo cieli con nuvole e uccelli.
Montagne esplodono in silenzio all’orizzonte
E un fiume scende giù in cerca del mare.
Si vede già lontano, così lontano
Che giorno e notte sono simultanei,
e tutte le stagioni giungono in una volta.
La luna apre a ventaglio i suoi quattro quarti,
i fiocchi della neve danzano con le farfalle
e cadono i frutti da un albero in fiore.
Ci veniamo incontro. Non so se in lacrime,
non so se sorridendo. Un solo passo ancora
e ascolteremo insieme la tua conchiglia,
quale fruscio di mille orchestre c’è,
quale marcia nuziale c’è, la nostra.
(da “sale” – libri schweiller)
...in nessun’altra notte
mi ha toccato
il silenzioso argento della luna
così che nel profondo...
inesprimibile..dolce..
ho avvertito un cantico dei cantici
Chi vuol fare
qualcosa sul serio
trova una strada....
gli altri una scusa
prague old street-yuriy shevchuk
El cielo estaba sucio de grises nubes, una tarde triste.
Sentado en la mesa de un bar ante una ya casi fría taza de café, un grupo de amigos y amigas hablaban sobre temas mundanos en una mesa cercana, la tarde en penumbra, el silencio había dejado de respirar.
En ese momento, una de las jovenes, levantado su cabeza y dejando a la vista sus ojos azules, preguntó como musitando a su acompañante:
¿qué es poesía?.
En ese momento recordé...
¿Qué es poesía?, dices mientras clavas
en mi pupila tu pupila azul.
¿Que es poesía? ¿Y tú me lo preguntas?
Poesía... eres tú.
Voci ideali e care
di quelli che morirono, di quelli
che per noi sono persi come i morti.
Talora esse ci parlano nei sogni,
e le sente talora tra i pensieri la mente.
Col loro suono, un attimo ritornano
suoni su dalla prima poesia di vita -
come musica, a notte, che lontanando muore
ho desiderato l’amore perchè,
primo, porta l’estasi;
un’estasi così grande
che avrei spesso sacrificato
la mia vita per poche ore
di quella gioia…
l’ho desiderato anche
perchè dà sollievo alla solitudine,
quella tremenda solitudine
nella quale la tremante
coscienza di una persona
guarda oltre i confini del mondo..
nell’impenetrabile freddo abisso senza vita….
e infine l’ho desiderato
perchè nell’unione d’amore
ho visto..in mistica miniatura..
quell’anticipazione del Cielo
che i santi e i poeti hanno immaginato
(b. russell)
In Iliata ci fu un Cavaliere che, in pochi anni, accumulò una fortuna immensa. Un giorno alcuni magistrati cominciarono a interessarsi dei suoi affari.
per continuare a leggere…
http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2009/06/camilleri-una-volta-un-cavaliere-n-4.html
emozioni-angelo battaglia - http://angelobattaglia.blogspot.com/
sola
su uno scoglio
coraggiosamente proteso verso l'ignoto
gocce di mare…salate
a bagnare i miei pensieri
onde…come i ricordi..
affiorano..svaniscono e ritornano....
mai uguali
cantando in un ritornello senza fine
la loro canzone
ti penso amore ormai troppo lontano..
e mentre tendo invano la mia mano..
ti urlo il mio silenzio disperato
[...]credo invece che le cose più importanti delle tua vita saranno le coccole che hai fatto e ricevuto.. le notti passate a fantasticare sotto le stelle.. le volte che ti sei rotolato nella neve.. le prime gocce di pioggia estiva che hai catturato con la lingua.. e i momenti in cui qualcuno di veramente speciale ti ha sussurrato "Ti amo". Non sprecare il presente a preoccuparti del futuro. Arriverà presto.. te lo prometto. Nel frattempo.. su la testa.. infilati le scarpe e segui il tuo cuore fino in capo al mondo. E mentre cammini, ricorda sempre che ogni giorno è un dono prezioso: se riesci a godertelo per quello che è e a coglierne il meglio.. che tu ci creda o no.. ti aspetta un altro straordinario regalo: Domani.
( da "coccoliamoci" di Braidley Trevor Greive)
pen and paper – athena
Si scrive per popolare il deserto...
per non morire...
per essere ricordati e per ricordare...
anche per dimenticare...
anche per esser felici...
per far testamento... per giocare...
per scongiurare… per evocare...
per battezzare le cose...
per surrogare la vita… per viverne un'altra...
per persuadere e amorosamente sedurre...
per profetizzare...
per rendere verosimile la realta'...
Tante sono, suppergiu', le ragioni per scrivere.
Una di piu', ma forse una di meno (non ho contato bene)….delle ragioni per tacere.
Ci sono case ricche,
che non consentono più di vedere il cielo,
ci sono vite troppo frenetiche
che non consentono più di stare a tavola insieme
e di accorgersi del colore degli occhi
e delle gioie e delle ferite dei cuori.
Carlo Maria Martini
wassily kandisky – the village church
durante la messa della mezzanotte….
continua a leggere qui:
http://vorreiraccontartiunastoria.blogspot.com/2009/06/in-chiesa.html
[…]Mi fa male il futuro dell'Italia, dell'Europa, del mondo.
Mi fa male l'immanente destino del pianeta Terra minacciato dal grande buco nell'ozono, dall'effetto serra, e da tutte quelle tragedie planetarie che al momento poi, a dir la verità... non mi fanno mica tanto male.
Mi fanno male i fax, i telefonini, i computers, e la realtà virtuale... anche se non so cos'è.
Mi fa male l'ignoranza, sia quella di andata che quella di ritorno.
Mi fa male la scuola privata, ma anche quella pubblica… non scherza! Nonostante che il Ministero della Pubblica Istruzione abbia un milione e duecentomila dipendenti. Numericamente, nel mondo, l'ente è secondo soltanto all'esercito americano… però!
Mi fa male la carta stampata, gli editori... tutti.
Mi fanno male le edicole, i giornali, le riviste coi loro inserti: un regalino, un opuscolo, una cassetta, un gioco di società… "un cappuccino e una brioches, grazie".
Mi fanno male quelli che comprano tutti i giornali perché la realtà è pluralista.
Nooo, non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa!
Mi fa male che ci sia ancora qualcuno che crede che i giornalisti si occupino di informare la gente.
I giornalisti, che vergogna! "Cosa mettiamo oggi in prima pagina?" "Ma sì, un po' di bambini stuprati, è un periodo che funzionano".
Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Facce libere e indipendenti ma estremamente rispettose dei loro padroni, padroncini... Facce da grandi missionari dell'informazione che il giorno dopo guardano l'indice d'ascolto, sì, alla televisione… facce completamente a loro agio che si infilano le dita nelle orecchie e si grattano i coglioni. Sì, questi geniali opinionisti che gridano, litigano, si insultano, sempre più trasgressivi, questi coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli!
[…] Mi fa male la grande industria, la media mi fa malino, la piccola non mi fa niente. Mi fanno male i grandi evasori, i medi mi fanno malino, i piccoli… fanno quello che possono!
Mi fa male che a parità di industriali stramiliardari, un operaio tedesco guadagna 2.800.000 lire al mese ed uno italiano 1.400.000. Ma per l'altro 1.400.000 dov'è che va a finire? Allo Stato, che ne ha così bisogno.
Mi fa male che tra imposte dirette e indirette un italiano medio paghi – giustamente! per carità – un carico di tributi tale che se nel medioevo le guardie del re l'avessero chiesto ai contadini sarebbero state accolte a secchiate di merda.
Mi fa male che l'Italia, cioè voi, cioè io, siamo riusciti ad avere, non si sa bene come, due milioni di miliardi di debito.
[...] Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quello sconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere.
Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci misteriosi dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce.
Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili.
Personaggi misteriosi e oscuri che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. E’ lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che a voce bassa e con modi raffinati si decidono le sorti del nostro mondo:
dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati.
Mi fa male quando mi portano il certificato elettorale.
Mi fa male la democrazia, questa democrazia che è l'unica che conosco.
Mi fa male la prima repubblica, la seconda, la terza, la quarta.
Mi fanno male i politici.. più che altro.. tutti, sempre più viscidi, sempre più brutti.
Mi fanno male gli imbecilli, i ruffiani. E come sono vicini a noi elettori, come ci ringraziano, come ci amano.
Ma sì, io vorrei anche dei bacini, dei morsi sul collo...certo, per capire bene che lo sto prendendo nel culo. Tutti, tutti, l'abbiamo sempre preso nel culo... da quelli di prima, da quelli di ora, da tutti quelli che fanno il mestiere della politica.
Che ogni giorno sono lì a farsi vedere. Ma certo, hanno bisogno di noi che li dobbiamo appoggiare, preferire, li dobbiamo votare, in questo ignobile carosello, in questo grande e libero mercato delle facce… facce, facce, facce che lasciano intendere di sapere tutto e non dicono niente. Facce che non sanno niente e dicono… di tutto!
Facce suadenti e cordiali, col sorriso di plastica.
Facce esperte e competenti che crollano al primo congiuntivo.
Facce compiaciute, vanitose, che si auto incensano come vecchie baldracche.
Facce da galera, che non sopportano la galera e si danno malati.
Facce che dietro le belle frasi hanno un passato vergognoso da nascondere.
Facce da bar che ti aggrediscono con un delirio di sputi e di idiozie.
Facce megalomani, da ducetti dilettanti.
Facce ciniche da scuola di partito, allenate ai sotterfugi e ai colpi bassi.
Facce che hanno sempre la risposta pronta e non trovi mai il tempo di mandarle a fare in culo!
Facce che straboccano solidarietà.
Facce da mafiosi, che combattono la mafia.
Facce da servi intellettuali, da servi gallonati, facce da servi e basta.
Facce scolpite nella pietra che con grande autorevolezza sparano cazzate!
Non c'è neanche una faccia, neanche una che abbia dentro il segno di qualsiasi ideale. Una faccia che ricordi il coraggio, il rigore, l'esilio, la galera. No, c'è solo l'egoismo incontrollato, la smania di affermarsi, il potere, il denaro, l'avidità più schifosa, dentro a queste facce impotenti e assetate di potere.
[…]E mi fa male che ci sia qualcuno che crede ancora che 'loro' facciano qualcosa per noi, per le nostre famiglie, per il nostro futuro.
No, non c'è una scelta, neanche una, non c'è una scelta politica che sia fatta pensando a cosa serve al Paese.
No, solo quello che conviene al gruppo, al partito...
Per contare di più, per avere più potere.
Certo, lo fanno solo per se stessi, per il loro schifosissimo interesse personale. Tutti, tutti, nessuno escluso.
Farebbero qualsiasi cosa, venderebbero i colleghi, gli amici, i figli.
Cambierebbero colore, nome, nazionalità, darebbero delle coltellate ai compagni di partito pur di fottergli il posto.
Non c'è più niente che assomigli al coraggio, all'esilio, alla galera. C'è solo l'egoismo incontrollato, la smania di affermarsi, il
potere, il denaro, l'avidità più schifosa.
E voi credete ancora che contino le idee? Ma quali idee...
La cosa che mi fa più male è vedere le nostre facce con dentro le ferite di tutte le battaglie che non abbiamo fatto..E mi fa ancora più male vedere le facce dei nostri figli con la stanchezza anticipata di ciò che non troveranno.
Sì, abbiamo lasciato in eredità forse un normale benessere, ma non abbiamo potuto lasciare quello che abbiamo dimenticato di combattere e quello che abbiamo dimenticato di sognare per noi e per gli altri.
Una sconfitta definitiva? No, non credo proprio. Se è vero che questa è la nostra realtà, guardarla in faccia non può far male a nessuno. Basta non farsi prendere dalla stupidità dello sconforto.
E’ la non consapevolezza che crea malesseri nascosti e uccide per delega. Se un uomo conosce con chiarezza il suo male, qualsiasi esso sia, ha anche la forza per combatterlo.
Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dalle insofferenza comuni, dal nostro rifiuto. Perché un uomo solo che grida il suo no, è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo...
Mi fa bene comunque credere
che la fiducia non sia mai scomparsa
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno
e rinasca il bisogno di una vita diversa.
Mi fa bene comunque illudermi
che la risposta sia un rifiuto vero
e che lo sfogo dell'intolleranza
prenda consistenza e ridiventi un coro.
Ma la rabbia che portiamo addosso
è la prova che non siamo annientati
da un destino così disumano
che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti.
Mi fa bene soltanto l'idea
che si trovi una nuova utopia…
litigando col mondo.