martedì 22 marzo 2011

ambiens………….erri de luca

tsunami

L’immenso oceano Pacifico ha reagito alla scossa come uno stagno colpito da un sasso. Le ondate si sono irradiate a catapulta contro ogni sponda, fino al Polo Sud. Succede alla terra quello che succede al cuore sotto la pressione improvvisa di un dolore o di una felicità: scatena nel sangue l’onda di piena fino ai capillari, da lì rimbalza e torna indietro. La terra è un cuore che ha sobbalzi, scosse. La superficie che abitiamo appartiene a un organo vivente, non a materia inerte.
Si sono viste terre, campi, edifici cancellati dalla schiacciante muraglia di oceano lanciato a 700 chilometri all’ora. Per una volta in più si è saputo che la natura è, alla latina, AMBIENS, cosa che circonda, che può scavalcare qualunque sbarramento e diga. L’energia atomica s’impiega con la presunzione di poterla controllare: sotto la scossa, pure ben prevista, ha fatto saltare il coperchio della sua pentola carica. Il Giappone rasenta la terza devastazione atomica.
Nella devastazione emerge la compostezza e la tenuta civile di un popolo abituato a fidarsi delle sue istituzioni. Nelle condizioni di pericolo un apparato statale si dimostra efficace o superfluo.
Capitasse da noi, sismici come loro ma sotto custodia di protettori civili dei fattacci e sotto autorità senili, imbellettate e in fregola, sperimenteremmo il solo soccorso dell’anarchia.

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