venerdì 26 marzo 2010

dopo il bagno….akiko yosano

mi sono imbattuta in alcuni versi che ho travato piacevolmente ironici… donna-allo-specchio-anna bredadonna allo specchio – anna breda 

Dopo il bagno
mi guardo nello specchio,
e, osservando il mio corpo,
sento che ancora rimane qualcosa
di ieri: un certo sorriso...

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allora ho cercato notizie sulla sua autrice…Akiko Yosano  e ho scoperto che era una poetessa giapponese figlia di un ricco mercante di Sakai, nella prefettura di Osaka, nata nel 1878 - morta nel 1942 -

L’importanza di Akiko, per la poesia erotica giapponese, anticipando il movimento di emancipazione femminile e di libertà sessuale, è fondamentale. La sua raccolta Midaregami (Capelli arruffati, 1901) contiene i più appassionati e sensuali tanka del Novecento che sono caratterizzati da una vivace sensualità considerata piuttosto esplicita secondo i canoni dell’epoca
tanka: la forma più antica della poesia giapponese, anteriore agli haiku . Il tanka consiste in cinque versi formati rispettivamente di 5, 7, 5, 7 e 7 sillabe; la terzina iniziale è chiamata kami-no-ku (frase superiore), il distico finale è detto shimo-no-ku (frase inferiore).
Opponendosi alle convenzioni della tradizione, la poesia di Akiko Yosano canta con singolare sensibilità l’istanza della donna giapponese, contro il moralismo religioso e la repressione sessuale. I suoi componimenti furono considerati di una sensualità invereconda e sorprendente
ne riporto alcuni che trovo molto delicati


Colombe
dal tetto della pagoda
i petali dei ciliegi cadono
nel vento di primavera –
scriverò la mia canzone sulle loro ali

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Senza parlar del come,
senza pensare al poi,
senza chiederci fama o nome,
qui, amando l’amore,
tu e io ci guardiamo

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Ho sentito, non so perché,
che tu mi aspettavi
e sono uscita. Nella notte
improvvisa spuntò la luna
sui campi in fiore.

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Senza chiederci
se sia giusto o sbagliato
se la vita futura
se la fama…Tu e io
ci amiamo ci guardiamo

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Spingendo dolcemente
ho schiuso quella porta
che chiamiamo mistero.
Mammelle turgide
strette nelle mani.

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Amore o sangue?
tutta la primavera
è in questa peonia che mi ossessiona,
scende la notte, sono sola,
sola senza una poesia.

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Mezzo vestita
di una seta leggera
dal colore rosso pallido...
non pensare male: di' loro
che si sta godendo la luna...

Fino ai primi anni del 1900, la situazione della donna in Giappone rimase invariata. Il sostanziale fallimento dei primi impulsi femministi è da mettere in relazione prima di tutto al fatto che non vi furono contatti tra le donne entrate in politica e le comuni lavoratrici (e questo problema, come è noto, si è storicamente verificato in quasi tutte le società che sono state scenario di lotte
per i diritti civili).
Nella storia della letteratura giapponese, la produzione letteraria femminile occupa un posto predominante: i primi grandi romanzi in lingua giapponese, infatti, furono scritti dalle dame di corte e vennero presi a modello da tutti i letterati dei secoli a venire. La loro comparsa diede l’avvio ad un vero stile femminile codificato, che pose le basi alla cosiddetta “narrativa dell’Io”.

Secondo una frase di Akiko Yosano, il riemergere della donna giapponese nel ventesimo secolo, poteva essere raffigurato come il risveglio di un vulcano addormentato:

il potenziale espressivo della donna, a lungo messo a tacere dalle restrizioni sociali, si preparava ad esplodere in tutta la sua veemenza.
Le poesie di Akiko si resero immediatamente note per la loro audacia e anticonvenzionalità, che le resero anche fonte di scandalo. 
(da un articolo di Maria Perrella sulla poesia erotica giapponese)

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